Salute e sicurezza a lavoro: cos’è l’ergonomia?

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Quando si parla di salute e sicurezza a lavoro, si parla anche delle interazioni fra persone e tecnologia disponibile: la scienza che studia questo rapporto prende il nome di ergonomia.
Nata negli anni ’50, ci aiuta da decenni a comprendere i rischi derivanti da un uso scorretto degli strumenti a nostra disposizione nello svolgimento delle diverse mansioni, oltre che i pericoli che corriamo sottovalutando il problema: vediamo insieme di cosa si tratta e cosa possiamo fare per lavorare al meglio, proteggendo in ogni momento la nostra mente e il nostro corpo!

L’interazione con l’ambiente come base per la salute

Che si faccia un lavoro sedentario, dinamico o anche ripetitivo, il rapporto con lo spazio che ci circonda è sempre fondamentale: quando i macchinari e gli strumenti di cui disponiamo sono comodi, funzionali e affidabili, la nostra sicurezza e la nostra salute godono di una protezione in più. A giovarne è anche l’aspetto psicologico: sapere di poter lavorare in assoluta serenità ci aiuta a diminuire i livelli di tensione e stress, con ricadute positive su spirito e socializzazione.
Quando, invece, l’ambiente è mal gestito, gli elementi che ci circondano non sono efficienti e le nostre mansioni vengono svolte senza attenzione, mettiamo a rischio non solo la nostra integrità fisica, ma anche il nostro equilibrio interiore.
Lavorare in un luogo in cui la preoccupazione per il coordinamento fra reparti, persone e strumenti è quasi inesistente significa – alla lunga – mettersi nella posizione di creare danni, anche seri, alla propria salute.

L’ergonomia studia pochi significativi elementi che possono davvero fare la differenza: non solo il comfort, caratteristica che per prima viene in mente quando parliamo di lavori semplici e sicuri, ma anche l’adattabilità, l’usabilità, la comprensibilità, cioè tutti quegli aspetti che – nell’interazione uomo macchina – permettono di ridurre al minimo lo stress e l’ansia, aumentando contemporaneamente la facilità e l’immediatezza delle mansioni.
Poter evitare le preoccupazioni legate al funzionamento degli strumenti intorno a noi – e la loro affidabilità – significa alleggerire il carico psicologico, permettendoci di concentrarci esclusivamente sui compiti richiesti.

Lavoro e salute: un esempio immediato

L’esempio più immediato di cui si può parlare per descrivere l’importanza del rapporto fra lavoratori, macchinari e ambiente circostante è sicuramente quello dei lavori pesanti o dei lavori “a catena di montaggio”: professioni complesse e impegnative, che richiedono tanti movimenti ripetitivi, sempre uguali e caratterizzati da uno sforzo fisico anche molto elevato. Questo genere di mansione tende a creare conseguenze su parti specifiche del corpo (possono essere le articolazioni, spalle e ginocchia su tutte, ma anche la schiena o il collo), oltre a fastidi che possono diventare cronici (basti pensare alle patologie a carico degli occhi che colpiscono chi lavora in particolari condizioni di luce).
Molte di queste attività richiedono, poi, un’attenzione costante, che può generare episodi di stress e stanchezza generalizzata.
Ma ogni professione ha i suoi lati “negativi”, che vanno assolutamente considerati e gestiti nel modo giusto: vediamoli!

Ergonomia: le conseguenze sulla salute dei lavori sedentari

Senza voler entrare ulteriormente nel merito di lavori pesanti o attività che richiedono uno sforzo fisico continuo e ripetitivo, anche i lavori di ufficio – spesso ritenuti meno faticosi, e quindi ampiamente sottovalutati – possono nascondere insidie da tenere sempre presenti.
L’uso di un videoterminale, di un pc – ad esempio – può comportare due tipi di danno: uno muscolare e uno visivo.
Nel primo caso, l’utilizzo di una tastiera e di un mouse, ma anche la tendenza a sedersi tenendo posture scorrette per lungo tempo, possono comportare fastidi come tendiniti e sindromi del tunnel carpale: queste patologie, se non riconosciute e curate adeguatamente, possono anche diventare croniche.
Anche gli occhi possono soffrire, con un affaticamento generale o – addirittura – irritazioni superficiali.

Questo genere di problema insorge quando, come accennato, ci sediamo nel modo sbagliato, ripetiamo lo stesso movimento più volte e non ci concediamo un numero sufficiente di pause: fastidi possono derivare anche da una illuminazione scorretta o dall’uso di tecnologie obsolete.

Cosa fare?

Per garantire a se stessi e ai propri colleghi salute e sicurezza sul posto di lavoro è necessario essere sempre consapevoli dei rischi, adoperandosi per ridurre situazioni critiche e gestire al meglio condizioni ambientali che possono alimentare circoli viziosi.

Fondamentale, in questo senso, può essere una preparazione specifica, una formazione in aula in grado di introdurre gli elementi tipici dell’ergonomia e indicare quali atteggiamenti evitare e quali comportamenti tenere sempre presenti per interagire al meglio con la tecnologia disponibile e lo spazio che ci circonda.
Sul nostro territorio sono moltissimi gli enti e le organizzazioni che propongono ogni giorno corsi per la sicurezza sul lavoro orientati a questo argomento: le spiegazioni degli specialisti servono proprio ad apprendere le tecniche di protezione principale e a comprendere al meglio come gestire l’ambiente di lavoro (oltre che il rapporto con gli strumenti a disposizione e con i nostri colleghi).