Come affrontare le difficoltà del cambiamento nella vita quotidiana

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E se cambiare fosse un Arte?

Viviamo in bilico tra il bisogno di una identità stabile e l’aspirazione a cambiare. Un dilemma, un eterno dissidio che ci fa intraprendere strade nuove per poi spesso ritornare indietro, perché siamo così legati all’idea che ci siamo fatti di noi stessi e della nostra personalità che ci blocchiamo al cambiamento, anche minimo e diventiamo paurosi, a volte terrorizzati, come se cambiare fosse questione di perdere la nostra stessa identità.

Stile di vestire, di mangiare, di gusto musicale, di svago, di impiego del tempo libero sono spesso comportamenti, e attitudini, soggetti a conferme piuttosto che a smentite. E se è difficile cambiare idea sulle questioni più elementari si ergono muri invalicabili quando affrontiamo convinzioni più complesse come quelle morali, politiche o sociali.

Siamo naturalmente conservatori

Gli scienziati ci descrivono come “conservatori cognitivi” che sta per animali felici e rassicurati nello stare sulle nostre posizioni. Sanno bene gli esperti di relazioni sociali, di vendita e di marketing quale enorme sforzo ci sia dietro ogni cambiamento dei soggetti a cui si rivolgono siano essi consumatori, elettori, lavoratori, cittadini, che va sempre studiato e organizzare con genio e pazienza. Ne sono colpevoli “i nodi” vale a dire quegli incroci personali di dati, esperienze, emozioni, convinzioni che si sono creati e incrociati nella nostra mente fino a farne una tela che sta in equilibrio e che non vogliamo mettere a rischio di rottura o di danneggiamento.

Facciamo un esempio. Quando vogliamo fare una vacanza nuova, fuori da solito soggiorno, mare, montagna, lago, attingiamo comunque alla nostra convinzione precostituita. Una vacanza fatta con la nuova prospettiva di un viaggio all’estero, con tutta la famiglia, è la risultanza di tanti “nodi” (convinzioni positive: “ giova all’unità della famiglia”, “ è un’esperienza che arricchisce di nuove prospettive”, “è estremamente utile scambiare punti di vista di persone con altre tradizioni ed abitudini”), ma anche negativi (“bisogna affrontare le incognite e gli imprevisti dei mezzi di trasporto” oppure “ci si deve adattare ad abitudini alimentari non sempre gradite” o ancora “si spendono molti soldi rispetto alla solita vacanza in appartamento al mare o montagna” ecc.) a loro volta compensati  da altre considerazioni ( “ andiamo in camper e non avremo disagi di aereo o treno, così avremo la nostra autonomia e mangeremo il cibo portato da casa, se non ci piacerà quello che troveremo nei paesi visitati, e così potremo anche risparmiare…”).

Ma cosa accadrebbe se un nostro collega d’ufficio ci dicesse che andando all’estero con la famiglia in camper sono scoppiati litigi familiari continui, i tragitti erano faticosi, e nelle soste in area camper temevano per la sicurezza, insomma che una esperienza all’estero in camper mai più, o solo a 25 km da casa?! Con ogni probabilità ci metteremmo di sentinella a difesa del nostro nodo (ragnatela di convinzioni mentali) e faremmo una reinterpretazione del fatto raccontato in ufficio, isolandolo ad una “mera eccezione” (“il nostro collega è un imbranato, non sa organizzarsi, ha una moglie stressante e i figli viziati”). Potremmo anche dimenticare quanto ci ha detto il collega o fare anche di più: evitare di scambiare esperienze sui viaggi in camper sia con quel collega sia con altri che potrebbero avere idee contrarie alle nostre.

Cambiamento: vecchia e nuova direzione

Il prezzo di cambiare

Cosa scatena il panico di cambiare idea? E’ la quantità di energia, attenzione, tempo ed emotività necessari per rimettere insieme i nostri nodi che uniti dovranno portare ad un nuovo disegno un nuovo equilibrio che spesso è anche incerto ci sarà. Certamente lasciare le proprie idee è doloroso perché influenza la nostra stessa identità e il gruppo alla quale essa ci dice che apparteniamo e ci conferma a noi stessi come l’ appartenenza religiosa, politica, culturale, sociale.

Regole per cambiare

Le spinte al cambiamento hanno a che fare con la nostra strenua resistenza a non disfare quei “nodi” rassicuranti che intessono la nostra avvitatissima rete di convinzioni e così occorre mettere in atto ogni strategia possibile. Ogni strategia ci deve promettere un guadagno, una ricompensa che andrà a colmare la difficoltà di ristabilire con fatica il nuovo assetto mentale ed emotivo.  A volte basta la reazione ad una serrata tempesta di informazioni che ci colpisce senza tregua, uno choc, uno stato di fascinazione, una risonanza emotiva per iniziare il cambiamento anche se il processo di cambiare si prende il suo tempo e non è mai improvviso, anche se l’idea nuova ci sembra giusta e travolgente. La disponibilità a cambiare dipende da tanti fattori come l’età, l’impegno ad adeguarsi all’ambiente, l’abitudine a razionalizzare le proprie scelte, analizzando le questioni profondamente e valutandone gli aspetti negativi e positivi, l’abitudine a valutare le ragioni di chi la pensa diversamente da noi assumendo notizie, informazioni e dati anche di chi è di appartenenza “nemica”.  E non si tratta solo di ragione anche le nostre emozioni dovrebbero andare a scuola di flessibilità per sostenere i nostri cambiamenti.

Arte, musica, moda, relazioni sociali, nei loro aspetti a noi più incomprensibili, meritano qualche esplorazione per predisporci un buon allenamento a sostegno dei nostri sforzi quando poi siamo impegnati in un cambiamento.

A parte questi sistemi per affrontare la difficoltà di superare le nostre convinzioni con ottimi propositi, razionalità, buon senso o scuotimenti emotivi, resta il fatto che la flessibilità è difficile e spesso implica sforzi sovrumani, anche dietro la prospettiva di vantaggi e compensazioni.

A mali estremi, estremi rimedi!  Se il cambiamento non ci riesce perché siamo succubi del sistema in cui agiamo, viviamo e pensiamo, non ci resta che uscire dal sistema innescando veri cambiamenti che ci permettono di esplorare vie ma percorse prima.

Coraggio non siamo soli nella nostra fissità nel combattere il cambiamento siamo in buona compagnia.

Anche gli scienziati si arroccano spesso su reti di nodi ben più difficili da sciogliere, li chiamano “paradigmi”, insiemi strutturati di idee, e spesso chi li mette in dubbio con idee rivoluzionarie non fa la bella vita e dovrà faticare molto prima di scalzare i precedenti insiemi strutturati di idee e sostituirli con i propri come fecero  Einstein e Darwin degli inizi.

Se vi venisse in panico per un cambiamento in vista destabilizzante potrete sempre attingere ad un buon preparato di erbe salutari.